“Il femminile non è meglio del maschile e il maschile non è meglio del femminile. Siamo diversi e complementari. Quello che manca oggi è un rispetto reciproco e un accoglienza reciproca. Entrambi abbiamo bisogno di qualcosa da imparare qualcosa del nostro genere e dell’altro, di aggiustare, di modellare. Quando riusciremo a sentirci deboli e forti insieme riusciremo a parlarci.” (Roberta Bortolucci, Non ho tempo da perdere)
Il contesto lavorativo odierno è complesso, disomogeneo ed sembra essere particolarmente avverso per le donne. Da cosa deriva la convinzione che il mondo lavorativo sia accessibile solo agli uomini?
Può darsi che il contesto sociale e la cultura in cui siamo inseriti influenzino profondamente le convinzioni lavorative?
“La pubblicità crea un immaginario collettivo che sicuramente non facilita una diversa visione della figura femminile. La pubblicità non nasce “nel vuoto”. Rispecchia e amplifica e semplifica gli usi e i costumi e i pregiudizi più diffusi. Trasmette il gusto dei suoi referenti aziendali. Si esprime all’interno del più ampio sistema dei media. Questo non vuol dire che la pubblicità sia innocente: ha responsabilità grandi proprio perché è efficace anche quando diffonde e rafforza modelli di ruolo arcaici, sistemi di disvalori, stereotipi deleteri.” (Annamaria Testa, Donne, pubblicità, stereotipi: fatte con lo stampino).
Ma la pubblicità può cambiare sul serio, e diventare più rispettosa delle donne solo se, insieme alla consapevolezza degli addetti ai lavori e delle imprese committenti, cresce anche la sensibilità del pubblico. Le aziende possono contribuire allo sviluppo del paese anche creando un nuovo immaginario, nuove prospettive raccontando nuovi ruoli per le donne.
Sono passati oltre due anni dall’ultima volta che parlammo di diversity management. Eravamo in Ikea a Firenze e con noi c’erano Eli Lilly, Ikea e ECA Italia.
Ci piacerebbe affrontare difficoltà, bravure, convinzioni autolimitanti, che contraddistinguono la donna e l’uomo al lavoro.
Abbiamo invitato a parlarne con noi:
Annamaria Testa (titolare di una delle agenzie pubblicitarie più importanti d’Italia)
Roberta Bortolucci (Presidente del Centro Studi Progetto Donna e Diversity Management
Federica Dallanoce, amministratore delegato Ideal SRL